In Sierra Leone, negli ultimi tempi, i tossicodipendenti di Kush hanno preso d'assalto i cimiteri. Questo perché tra i tanti ingredienti di questa droga ci sono anche le ossa umane tritate. E così, con il dilagare del consumo di questa sostanza, sono aumentati anche gli assalti alle tombe per disseppellire i cadaveri e procurarsi qualche ossa. Il fenomeno è così diffuso che qualche settimana fa il presidente della Sierra Leone, Julius Maada Bio, ha dovuto dichiarare l'emergenza nazionale in tutto il Paese.
Gruppi di ragazzi con gli arti gonfi appoggiati ai vari angoli delle strade, racconta la BBC in un lungo reportage, sono uno spettacolo ormai abituale per chi vive da queste parti. Non esiste un bilancio ufficiale delle vittime, ma un medico racconta che a Freetown, la capitale del Paese africano, "negli ultimi mesi centinaia di giovani sono morti per cause riconducibili al Kush". La droga ha un impatto negativo anche sulla salute mentale: secondo l'unico ospedale psichiatrico della Sierra Leone tra il 2020 e il 2023, i ricoveri legati al Kush sono aumentati di quasi il 4.000%, raggiungendo la cifra di 1.865. Qualche giorno fa, in una diretta televisiva, il presidente Julius Maada Bio ha detto che il "Paese attualmente sta affrontando una minaccia esistenziale a causa dell'impatto devastante delle droghe, con un aumento delle vittime tra i consumatori di Kush". E il dilagare della droga ha costretto i vari cimiteri della capitale a chiedere più controlli nel tentativo di bloccare le tumulazioni illegali. L'osso umano tritato, anche se non è ben chiaro perché, è infatti uno degli ingredienti usati per miscelare questa droga. La situazione è così assurda che nel cimitero non recintato di Kissy Road la polizia ha dovuto schierare degli agenti extra durante i turni notturni per evitare gli assalti dei tossicodipendenti. Questa è, insomma, una fotografia di ciò che ancora accade nel nostro pianeta nell'anno del Signore 2024.